domenica 28 febbraio 2010

Le pagelle del Poeta nr.1

So che sono in ritardo, ma avevo intenzione di creare questa nuova rubrica già da una settimana. Poi peripezie varie me lo hanno impedito, e vabbè. Ma ne parleremo...

Siccome la domenica è il giorno del pallone, ed è indiscutibilmente la giornata più sacra che esiste, il mio bisogno di giudicare sempre gli altri senza alcun motivo ha deciso di giudicare i compagni di viaggio di tante meravigliose domeniche e LA compagna di viaggio per eccellenza...

Partiamo da domenica 21 febbraio...

Bari-Milan 0-2

i voti:
I giocatori: s.v. Sinceramente la partita non la ricordo molto....
Ferdinando Sforzini: 4. U frà, ti prego...
Mister Ventura: s.v. Idem come sopra...
Uomo nero: 4. Arbitraggio scandaloso, e un rigore tardivo che abbiamo anche sbagliato. Se avesse dato il rigore nel primo tempo non ci sarebbe stata storia. Fuori luogo
La Curva: 6,5. Stadio pieno, stracolmo, e ancora una volta in diretta nazionale, con gli occhi di tutta Italia che guardavano anche noi. E che facciamo??Dopo un promettente inizio caliamo quando il Milan inizia davvero a fare la partita. E l'episodio del secondo tempo era evitabile, spero, anche se le responsabilità non sono tutte qui...
L chin d merd: 1/2. Una come la squadra che noi portiamo nel cuore, 2 come quelle che ne avete voi...
Chiunque abbia bruciato la sciarpa del milan: 8. Spero che questo gesto abbia fatto capire molte cose su quello che pensiamo dei doppiofedisti

Fratello: 7. Arriva in ritardo e non può dare la colpa a nessuno, finalmente abbiamo le prove che è lui che fa tardi e non Fighettinocazz. Poi un problema al ginocchio lo costringe ad una prestazione sottotono.
Fighettinocazz:7,5. Uagnù, è inutile, resta sempre il numero 1.E tant avast
Asiargento: 7. E' frenato dall'esame che dovrà affrontare il giorno seguente, e si vede(tra l'altro non so nemmeno se l'ha fatto o no). Prestazione in ogni caso di livello ma sappiamo tutti cosa può raggiungere(ndr, 14 marzo, Lazio-Bari, io ti aspetto...)
Paranoia: 7,5. Pensavo che i suoi veri sentimenti sarebbero venuti a galla ma è stata molto più brava di quanto pensassi. Urla, salti e anche qualche gastema. E mo la aspettiamo in trasferta(Tì, secondo me a Roma iè tranguill...)
Panzerotto: 8. La sorpresa della giornata. Il mio fratello di Borghetti. :D
Riccetto: 10. Recentemente mi ha dato la notizia della sua forzata assenza nella sua stessa città. Ma tanto lui c'è sempre, e lo sappiamo..


alla prossima partita...alla prossima trasferta...roma arriviamo...

mercoledì 24 febbraio 2010

Non tifo per gli squadroni...IO TIFO TE...

Dopo un'altra sconfitta del mio amore, un'altra prestazione assolutamente sottotono(e sono buono) della nostra indomita Curva e dopo prospettive future piuttosto allarmanti, in un certo senso, ho iniziato a pensare a cosa vuol dire la parola ULTRAS. Non esistono due tifoserie uguali tra loro, è ovvio ed è anche meglio che sia così, ce ne sono alcune simili ma in ogni caso ogni tifoseria degna di questo nome ha un elemento che la contraddistingue. Ci sono tifoserie che sono spinte dal desiderio di creare disordini alla vecchia maniera, ci sono tifoserie che prescindono dalla cosiddetta mentalità ultras e investono tutte le loro forze solo per la squadra, ci sono tifoserie spinte da una fede incrollabile e altre tifoserie che dopo un paio di sconfitte si spengono o affievoliscono il loro vigore, ci sono tifoserie che mettono al primo posto il loro essere ultras ed altre tifoserie che preferiscono aspetti più coreografici come le bandiere, le sciarpate e le coreografie stesse.
Secondo me, la migliore tifoseria è quella che non si lascia abbattere dai risultati negativi della squadra, e non perchè la squadra venga al secondo posto, ma perchè sa che in ogni caso i giocatori hanno bisogno degli ULTRAS. E tutto questo non significa subire passivamente le sconfitte che si susseguono, ma appoggiare la squadra nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, proprio come se si trattasse di un matrimonio. Perchè alla fine è proprio di questo che si tratta, di un matrimonio, di condividere i momenti belli e di aiutarsi nei momenti brutti, di gioire per le vittorie e di non abbattersi per le sconfitte, ma cercare di superarle e andare avanti.
Alla luce di tutto questo, c'è una tifoseria che a mio parere soddisfa tutti questi requisiti alla perfezione, e per fortuna è una tifoseria con la quale abbiamo parecchi valori in comune...la lontananza(geografica e anche di categoria) ci divide ma la mentalità ci unisce...ed è ovvio che io stia parlando degli ULTRAS della Salernitana.
Provate a pensarci un attimo...Io non ho mai visto nessuno come loro...Sono ultimi in classifica, ormai praticamente condannati alla Lega Pro già da un annetto(non è per vantarci, ma l'anno scorso il gemellaggio è servito a qualcosa, in campo...) eppure nonostante la rassegnazione che li ha pervasi continuano ad esserci, anche in trasferta, anche con i divieti, sempre e comunque con la voglia di cantare. E non sopportano passivamente la cosa, anzi, sono in rotta quasi totale con il presidente lombardi, contestano allenatore e giocatori ad ogni indecorosa prestazione(cioè praticamente ad ogni partita) ma continuano a restarLe accanto, per la maglia e per la città.
E se tutto questo non vi basta, la chicca finale sono i testi dei loro cori...Sembrano poesie perchè parlano d'amore, un amore tormentato e difficile, molto spesso non ricambiato, ma sempre di amore si tratta. Due o tre cori in particolare mi hanno colpito, e vi assicuro che leggendoli si perde molto della loro essenza. "Tanto già lo so, sempre con te sarò, e mai ti lascerò". "Sembra impossibile che segua ancora te, questa è una malattia che non va più via, io voglio andar via, voglio andar via di qua, ma non resisto lontano da te". I versi incantati di un incondizionato amore, che porta via anni di vita, che-come si dice a Bari- fa fare veleno, che ti fa tornare a casa sconsolato dopo l'ennesima sconfitta e che presto potrebbe dare una delusione di quelle enormi. Ma loro non divorziano, perchè in fondo quando qualcuno è innamorato veramente affronta le catastrofi e non è mai sazio delle vittorie. Noi, in serie A, nella prima metà della classifica, con 32 punti dopo 26 giornate(previsione che solo i più ottimisti avrebbero azzardato il 15 agosto), dopo delle imprese notevoli a livello calcistico( due pareggi contro l'Inter prima in classifica, un secco 3-1 alla Juventus, partite dominate in trasferta con squadre di livello superiore e non portate a casa solo per sfortuna/mancanza di esperienza) e non solo(per due volte in 5000 a Milano,5000 a Genova, 15000 a Roma dove abbiamo dato una vera e propria lezione di tifo, un migliaio a Bergamo) sembriamo già essere stanchi di questo magico Bari, e dopo solo tre sconfitte consecutive. Loro, i fratelli, continuano ad andare in trasferta con costanza, anche quando la trasferta viene loro vietata, anche quando prendi la neve e i tuoi idoli sembrano una squadra di seconda categoria, anche dopo 18 punti in 26 partite, 4 vittorie totali, 25 gol fatti e 43 subiti.
Dopo questo interminabile sproloquio, devo chiudere in bellezza, con un coro creato di ritorno da una trasferta, dopo l'ennesima sconfitta. "Jà màààà vrèèèèèèè, non tifo per gli squadroni, IO TIFO TE...Granata è una malattia non è un color, la maglia che porti addosso è la mia ossession, con il coltello tra i denti lotta col cuor, se in campo cacci le palle già sei un campion...".
Perchè in fondo i tifosi chiedono solo questo: abnegazione alla maglia, rispetto per i colori, impegno totale in campo, e niente più.


Divertitevi...

mercoledì 10 febbraio 2010

Sono senza voce e sopravvivo...

Tra un'autocommiserazione e una trasferta, un viaggio lungo una giornata e uno lungo tutta la vita, un delirio psicologico e un progetto altisonante e intrisodi arroganza, e tra vari esaurimenti nervosi, certe volte si riesce anche a riflettere su se stessi. E' facile farlo, basta "solo inclinare la testa a sinistra e lasciare che la mente vaghi". E, a parte tutto quello che dice JD, alla fine è vero, vagare con la mente e riflettere(su se stessi, sugli altri, sulle piccole cose, sulle grandi cose, su tutto) è una cosa abbastanza facile. Certe volte basta un programma alla Tv, certe volte una serata con i tuoi amici, certe volte il bisogno di staccare da tutto e da tutti, certe volte il bisogno di libertà, a volte solo anche un barattolo di Nutella. Oppure una trasferta, o una settimana a dialogare principalmente con un computer e attraverso di lui. Certe volte mi piace farlo, mi bastano un paio di pacchetti di sigarette e la dispensa piena.
Beh, in momenti come questi è molto facile pensare. Sapete, ci sono molte cose su cui riflettere, come il riscaldamento globale, o le guerre. O il razzismo, l'integrazione e la "diversità". Si può riflettere sulla propria vita, su cosa va bene e cosa no, su cosa cambiare urgentemente e su cosa attendere. Si riflette sulle persone che ci stanno accanto, che ci sorreggono davvero nei momenti difficili, e sono davvero importanti per te. Si pensa al proprio hobby, alla propria passione, al proprio divertimento. Si pensa ai doveri, a tutti quei momenti brutti che la vita ti riserva, e a come affrontarli con il sorriso, sempre. Si pensa alla squadra di calcio, al cantante preferito, a tutto. Si pensa al male, a tutti quelli che ti hanno colpito.
Io sono senza voce e sopravvivo...

martedì 9 febbraio 2010

Con mentalità, e amando la città...

Conoscete Antonino Speziale??Se non lo conoscete, poco importa, perchè tanto vi parlerò di lui in ogni caso. Antonio Filippo Speziale, detto Antonino, è un ragazzo di Catania. Dovrebbe avere 22 anni, più o meno. Dal 2 febbraio del 2007 la sua vita è segnata, e vista la società in cui viviamo, credo che sia segnata per sempre. La sera di quel venerdì Antonino si era recato allo stadio Massimino di Catania, dove la sua squadra avrebbe affrontato il Palermo nel derby siciliano, una partita a rischio scontri e quindi con un grande dispendio di forze dell'ordine impegnate nella sorveglianza. Qualcosa va storto, perchè palermitani e catanesi arrivano a contatto, prima da lontano, con le pietre, poi pian piano sempre più vicini, divisi solo dalla polizia. Entrambe le tifoserie vogliono arrivare allo scontro, le pietre volano sia contro le tifoserie sia contro i poliziotti. Speziale prende una lamiera sottratta da uno dei bagni dello stadio, e lanciandola uccide Filippo raciti, poliziotto di 40 anni.
Perchè parlare di Speziale?? Forse perchè proprio ieri Speziale ha ricevuto una sentenza definitiva di reclusione per 15 anni, dopo aver già scontato altri anni di carcere(minorile, perchè all'epoca Speziale aveva 17 anni) e un DASPO di 5 anni. Forse perchè è una coincidenza che il giorno prima della sentenza i napoletani abbiano raggiunto il limite della decenza e della violenza, perchè la loro azione è spregevole e senza alcun briciolo di mentalità, anche escludendo l'uso delle lame. Chiunque abbia frequentato la curva per anni sa bene che lo scontro deve essere in ogni modo leale, senza quella orribile pratica del coltello, e cercato, e magari anche casuale. Puoi distruggerti negli autogrill, puoi picchiarti nelle stazioni, puoi assediare un settore ospiti. Ma non credo sia tanto normale partire da Napoli per arrivare ad Udine semplicemente per far male ai locali, considerato che gli "eroi" erano tutti senza biglietto e con diffida in vigore, e quindi allo stadio non sarebbero mai entrati, e considerato anche il fatto che Udine non è certo una piazza di quelle importanti a livello di ultras, e tutto ciò sa anche un po' di vigliacco.Forse perchè Speziale e raciti si legano indissolubilmente ad una altra coppia tristemente famosa, Gabriele Sandri e spaccarotella. Se la vita umana è unica e senza valore, perchè quella di un ultras(morto ingiustamente per giunta, visto che nessuno ha la licenza di sparare ad altezza-uomo, per quanto potesse esserci, e c'era, una situazione di pericolo) vale 6 anni e quella di un poliziotto morto in servizio, nel difendere i bravi cittadini, che è quello per cui viene pagato, ne vale 15?? E sopratutto, perchè il processo-spaccarotella è finito praticamente in un anno e quello a Speziale è durato quasi il triplo?? Sembra quasi che in un caso non si vedesse l'ora di chiudere la questione, mentre nell'altro si è trovato il tempo di andare a fondo per trovare la verità. Per quanto io non creda nella giustizia, e sopratutto nella giustizia italiana, la condanna a Speziale la capisco e la approvo, anche se in parte. Ma questo ragazzo uscirà di galera tra 15 anni, quando ne avrà oltre 35, e porterà sempre con se una macchia indelebile che potrebbe anche risultargli un peso in ambito lavorativo, visto che se hai quasi 40 anni e sei stato dentro per 15 non è proprio così facile riuscire a trovare lavoro e a crearsi una vita. Quel poliziotto, invece, tra 5 anni sarà fuori, e molto probabilmente continuerà a fare quello che ha sempre fatto, e cioè il poliziotto, un lavoro che non dovrà preoccuparsi di trovare, e la sua vita decisamente non sarà la stessa, ma potrebbe assomigliare molto a quella che faceva prima, 24 ore su 24 a servire la Nazione, a servire il pover'uomo pensionato e il mafioso, a servire la casalinga e i killer, a giudicare ingiustamente, a punire ciecamente.
Sono un mucchio di riflessioni...posso chiudere solo con un classico NAPOLI MERDA...addio...

lunedì 1 febbraio 2010

To grow

Per aprire in bellezza questo mese infernale, il mese degli esami, il mese quasi senza trasferte, il mese della madre di tutte le feste idiote(ma lo dico solo perchè sono nel lato oscuro, sennò mi piacerebbe), credo sia giusto provare a parlare di...crescere.
Molta gente non vede l'ora di crescere, di assumersi finalmente tutte le responsabilità che ha sempre sognato, di poter decidere della propria vita, di sentirsi parte del mondo, e parte attiva, non quella parte che resta ai margini e non conta praticamente un cazzo. Molta altra gente invece non ne ha la minima intenzione, forse perchè essere coccolati come dei bambini fa sempre piacere, forse perchè la vita fa paura, ed affrontarla ancora di più che osservarla come se non ne fossimo interessati.
Io ho paura di crescere, devo ammetterlo sinceramente. Forse perchè non mi sono gustato a pieno la mia adolescenza e sto cercando di recuperare, forse perchè quando le responsabilità si fanno vedere non ho paura, ma terrore. Forse perchè in fondo fa sempre piacere qualcuno che ti faccia da ombrello quando inizia a piovere merda. Forse perchè non sono in grado di comunicare alla gente quello che veramente vorrei, e trovo molto facile continuare a fare il bambino, che quando viene ferito mette il muso sperando che qualcuno si interessi a lui, e se nessuno se ne frega il muso dopo un po' passa, e non ci si pensa più. Forse perchè ho sempre pensato che crescere venisse automatico, finisco la scuola e divento indipendente, vado fuori e sono ancora più indipendente. Credo di essermi reso conto che quello che pensavo era una tremenda cazzata. Si può essere indipendenti solo se non si ha davvero bisogno di nulla o di nessuno. Beh, io non lo sono, quindi penso che tirare fuori, piano piano, quello che penso davvero sia almeno un minimo passo, ma è importante che io lo faccia questo passo, anche su internet, dove non mi imbarazzo quando non so come rispondere alla gente o dove non mi chiedo se alla gente quello che dico interessi sul serio, tanto questo blog non lo legge mai nessuno, quindi...
Vorrei dire ad Amica che mi manca da morire, e per quanto glielo ripeta non credo di riuscire a farmi capire, e vorrei dirle che anche se sono felicissimo che ora stia con un ragazzo che la merita e che lei merita mi piacerebbe che non si dimenticasse più di me. Vorrei dire a Gitana(in realtà ancora non riesco a capire per bene di dove sia e da dove venga, credo sia una vera cittadina del mondo) che è importantissima per me, perchè in questa città è un po' il mio punto di riferimento, e quando non c'è mi sento molto solo. Vorrei dire ai miei amici di Bari che io ci sono anche quando dormo a mille chilometri di distanza, come loro sono sempre con me, qualsiasi cosa faccia. Vorrei dire ai fratelli di curva più o meno la stessa cosa, e, lo ribadisco, anche se viviamo lontani adoro i nostri viaggi in giro per l'Italia, e spero presto anche per l'Europa(eh eh eh....). Vorrei dire ad una mia ex che se è vero che per lei sono importante potrebbe anche rispondere ai messaggi quando vado in trasferta e mi prendo pure l'impegno di farmi sentire. Vorrei dire a MiniMe che mi piacerebbe tanto fare "il fratello maggiore" ma non saprei proprio da dove cominciare. Vorrei dire ad un paio di amiche che la mia vita non inizia il 20 dicembre e non finisce il 10 gennaio, io vivo anche per gli altri 344 giorni dell'anno, ma qualcuno sembra non essersene accorto. Vorrei dire ad Azzurra che mi dispiace, e lei credo capirà...Vorrei che i miei difetti non fossero un peso, e vorrei che i pochi pregi che ho non si rovinassero.

Ma vorrei più di ogni altra cosa ringraziare tutti, anche quando qualcuno si dimentica di comprare una cosa che le avevo chiesto con tanto amore o quando facebook diventa l'unico modo per comunicare con le persone a cui più tengo...


meh mo avast...non sono abituato ad essere così...