mercoledì 22 settembre 2010

La mia profonda riflessione

...A man is just a man...
...I'm not a buffalo soldier, neither a buffalo bill...
...Mi love reggae music reggae music keep me awake...
...I'm just a song on a tape...
...Babylon rulers and di mokka shall no prospa...
...Give thanks and praise...
...The future movin closa so don't loose yourself/Don't waste my time and please don't waste yourself/I don't like my ego so I don't like my self/I don't see no race just one sheet of black/ I don't hate nobody oh maybe I hate myself/ so let mi waste my time and let mi waste my self...

Queste parole, un estratto di un qualcosa che mi passa per la mente ormai da troppo tempo. Insieme a loro, una gran voglia di esprimermi, una paura tremenda di mettere il piede in fallo e scivolare, la volontà fortissima di imparare dai propri errori e lo spettro degli errori stessi, che possono ricordarti come la gente non cambia e di certo non impara sbagliando. E poi la malinconia del viaggio, nella quale mi piace perdermi. E poi la mia Amata, la più importante di tutte le cose sulla terra e nell'universo, che stasera si metterà il vestito da sera dopo che tre giorni fa era in costume da bagno, queste sono le cose assurde di questo skyfo di calcio, e non che 2000 bodyguard La accompagnino in questa sua serata, di mercoledì sera, nella Town, e senza bisogno del Telepass(ci siamo capiti...). E poi ancora le parole profonde, troppo profonde di chi ha una ferita e vuole guarirla, sa che potrebbe per sempre restarle una cicatrice, accade novantanove volte su cento, ma ha bisogno di credere che quella ferita guarirà. E le ansie di chi sta lasciando la casa, e chissà se mai tornerà, e vuole scoprire fortemente la nuova dimensione, e sente di aver bisogno di aiuto. E lo stress di chi si da sempre da fare, e la voglia di godersi la vita che molto spesso deve sottomettere al bisogno di coltivarsela, quella vita alla quale ci attacchiamo quando ci sentiamo persi.
Forse è proprio questo il punto. Per quanto le situazioni e le emozioni ci cambino, ci modellino, ci diano quelle forze e quelle debolezze che non riusciamo mai a toglierci, forse bisogna solo ricordarsi che, alla fine dei giochi, quando si arriva allo showdown, restiamo solo noi stessi e le nostre proprie vite. Forse l'importante è solo pensare a quanto sia importante la nostra vita, a che regalo sia, e pensare sopratutto non tanto a come non buttarla via, ma quanto ad onorarla, vivendo sempre in pace con se stessi e pazienza e ricordando che in fondo what was left most come right/what goes up must come down, e che più spesso di quanto si creda dopo un brutto periodo ne arriva uno buono, basta solo credere e capire di poter fare poco o niente per il passato, se non usarlo per costriurne il futuro.
Si, lo so, il discorso regge fino ad un certo punto, anche perchè poi anche io mi perdo e non so più che cosa dire.

Se stasera vinciamo, non so che fine potrei fare, ma let me waste my time and let me waste myself...
Jah bless us

sabato 4 settembre 2010

Il mio punto di vista

Da quando sono tornato in Town, ho una grandissima voglia di scrivere. Ma come sempre, quando ho la volontà mi mancano le parole, e quando ho le parole mi manca la volontà di metterle insieme.
Avrei mille spunti da sviluppare, e nemmeno uno di questi mi sembra adeguato a questo mio compito, risvegliare questo blog dall'impasse estiva e riportarlo in auge, cosicché possa ancora essere ignorato quanto merita.
L'estate mi ha dato mille argomenti validi di cui parlare: il Bari che ancora una volta sorprende la nazione(forse non avete ancora capito che siamo una grande squadra), le vacanze, le esperienze che si confrontano, come ci si possa mandare in paranoia con una persona senza che quella persona ti abbia rivolto la parola, quanto la propria vita risulti insignificante quando confrontata con quella di altra gente.
Ecco, forse questo è l'argomento che voglio approfondire. Capita spesso di sentirsi "indietro" rispetto ad altre persone, vuoi per un motivo ics o anche per un altro motivo ipsilon. A me capita in continuazione, forse perchè l'estate diventa un brutto periodo quando non sai organizzarla, forse perchè con le primavere che crescono ho bisogno di sentirmi realizzato, in qualche modo, o forse solo perchè è nella mia natura cercare di avere quello che non posso, ed essere sempre nauseato e stanco di quello che ho.
E andando avanti, evitando i miei retorici "forse" che iniziano a stancare anche me, mi sono reso conto che sono proprio questi punti di vista a rovinarci, nella vita. Uno scontro con un'altra persona, per quanto possa essere duro e distruttivo, troverà sempre il suo fondamento nel fatto che ognuno dei due avrà avuto i suoi buoni motivi per comportarsi in un certo modo, in modo da fare "la cosa giusta", espressione terribile, quando usata fuori dal suo contesto e sopratutto quando usata per giustificare pessimi atteggiamenti e situazioni. Se un ragazzo frequenta contemporaneamente due ragazze, ignare entrambe, e prova a giustificarsi dietro cavilli legali poco chiari, beh, lui non ha fatto la cosa giusta, lui è un pezzo di merda originale. Se un ragazzo pretende dai suoi amici abnegazione e totale disponibilità verso le proprie necessità, non essendo pronto a ricambiare, anche nei piccoli atteggiamenti quotidiani(perchè la vita si vive giorno per giorno, e tutto è importante, non solo le situazioni gravi o i momenti cruciali) crederà sempre di essere nella ragione, e così quelle persone che si sentono in credito a causa di questa situazione. Se una persona qualsiasi si fidanza, naturalmente entra in una dimensione parallela in cui è quasi scontato che gli altri rapporti si allentino, e quella persona crederà di fare la cosa giusta trascurando la gente che le è stata accanto quando era sola, e aveva bisogno di aiuto.
Forse è proprio questo il problema. Credo faccia parte della natura umana la tendenza a sottolineare ciò che si fa per gli altri e a non accorgersi nemmeno di quello che gli altri fanno per noi, come se fosse dovuto(dico questo per non esentarmi che colpe che merito, visto che sono il primo a non accorgersi di tutto quello che, positivo o negativo, accade intorno a me, dallo sforzo che fanno i miei amici nel sopportarmi alle decisioni che altre persone prendono per me e che io non sopporto).
Non riesco proprio a capire da cosa derivi tutto questo. Credo che, ogni tanto, farebbe bene a tutti cercare di mettersi nei panni degli altri, o almeno provare a leggere le situazioni con un occhio obiettivo, esterno, senza coinvolgimenti personali. Potrebbe essere una delle cose più difficili del mondo, ma se anche ci si riesce una volta su cento, capiterà di riuscire ad essere più obiettivi, le altre novantanove.

Non concluderò razionalmente il post, come sempre. Amo le tradizioni, lo sapete...