sabato 4 settembre 2010

Il mio punto di vista

Da quando sono tornato in Town, ho una grandissima voglia di scrivere. Ma come sempre, quando ho la volontà mi mancano le parole, e quando ho le parole mi manca la volontà di metterle insieme.
Avrei mille spunti da sviluppare, e nemmeno uno di questi mi sembra adeguato a questo mio compito, risvegliare questo blog dall'impasse estiva e riportarlo in auge, cosicché possa ancora essere ignorato quanto merita.
L'estate mi ha dato mille argomenti validi di cui parlare: il Bari che ancora una volta sorprende la nazione(forse non avete ancora capito che siamo una grande squadra), le vacanze, le esperienze che si confrontano, come ci si possa mandare in paranoia con una persona senza che quella persona ti abbia rivolto la parola, quanto la propria vita risulti insignificante quando confrontata con quella di altra gente.
Ecco, forse questo è l'argomento che voglio approfondire. Capita spesso di sentirsi "indietro" rispetto ad altre persone, vuoi per un motivo ics o anche per un altro motivo ipsilon. A me capita in continuazione, forse perchè l'estate diventa un brutto periodo quando non sai organizzarla, forse perchè con le primavere che crescono ho bisogno di sentirmi realizzato, in qualche modo, o forse solo perchè è nella mia natura cercare di avere quello che non posso, ed essere sempre nauseato e stanco di quello che ho.
E andando avanti, evitando i miei retorici "forse" che iniziano a stancare anche me, mi sono reso conto che sono proprio questi punti di vista a rovinarci, nella vita. Uno scontro con un'altra persona, per quanto possa essere duro e distruttivo, troverà sempre il suo fondamento nel fatto che ognuno dei due avrà avuto i suoi buoni motivi per comportarsi in un certo modo, in modo da fare "la cosa giusta", espressione terribile, quando usata fuori dal suo contesto e sopratutto quando usata per giustificare pessimi atteggiamenti e situazioni. Se un ragazzo frequenta contemporaneamente due ragazze, ignare entrambe, e prova a giustificarsi dietro cavilli legali poco chiari, beh, lui non ha fatto la cosa giusta, lui è un pezzo di merda originale. Se un ragazzo pretende dai suoi amici abnegazione e totale disponibilità verso le proprie necessità, non essendo pronto a ricambiare, anche nei piccoli atteggiamenti quotidiani(perchè la vita si vive giorno per giorno, e tutto è importante, non solo le situazioni gravi o i momenti cruciali) crederà sempre di essere nella ragione, e così quelle persone che si sentono in credito a causa di questa situazione. Se una persona qualsiasi si fidanza, naturalmente entra in una dimensione parallela in cui è quasi scontato che gli altri rapporti si allentino, e quella persona crederà di fare la cosa giusta trascurando la gente che le è stata accanto quando era sola, e aveva bisogno di aiuto.
Forse è proprio questo il problema. Credo faccia parte della natura umana la tendenza a sottolineare ciò che si fa per gli altri e a non accorgersi nemmeno di quello che gli altri fanno per noi, come se fosse dovuto(dico questo per non esentarmi che colpe che merito, visto che sono il primo a non accorgersi di tutto quello che, positivo o negativo, accade intorno a me, dallo sforzo che fanno i miei amici nel sopportarmi alle decisioni che altre persone prendono per me e che io non sopporto).
Non riesco proprio a capire da cosa derivi tutto questo. Credo che, ogni tanto, farebbe bene a tutti cercare di mettersi nei panni degli altri, o almeno provare a leggere le situazioni con un occhio obiettivo, esterno, senza coinvolgimenti personali. Potrebbe essere una delle cose più difficili del mondo, ma se anche ci si riesce una volta su cento, capiterà di riuscire ad essere più obiettivi, le altre novantanove.

Non concluderò razionalmente il post, come sempre. Amo le tradizioni, lo sapete...

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