giovedì 15 marzo 2012

Il mio specchio

Gli specchi sono degli oggetti così particolari. Secondo una vecchia storia, un noto personaggio li usò per sconfiggere un'intera flotta che attaccava la sua città.Gli indiani d'America li utilizzavano per inviare segnali a lunghe distanze, e lo specchio è anche diventato il simbolo di una religione. Più avanti nel tempo, sono stati usati da noi uomini per mille altre cose, come aiuto mentre guidiamo in auto, o parti di telescopi e raggi laser.
Ovviamente, lo specchio è immediatamente legato al nostro autoriconoscimento, uno dei pochi modi che abbiamo per guardare noi stessi da una prospettiva esterna. L'idea dello specchi ci porta alla vista, nella metafora dello specchio visto come duplicatore del mondo e di noi stessi.
Solo pochissime specie biologiche hanno la capacità di riconoscere se stessi in uno specchio, e secondo alcuni studi lo specchio è il primo elemento a favorire la formazione dell'Io negli esseri umani.
Io certe volte guardo allo specchio: ci vedo un divano, un letto, un tavolo e una casa che diventa sempre più a misura di fuorisede; ci vedo una pila di libri che continuo a comprare e che non riuscirò mai a leggere, giusto perchè "io sono uno solo a leggere, ma loro sono milioni che scrivono"; ci vedo un paio di feste di laurea future, di quelle da svenire in coma etilico e risvegliarsi dopo 3 giorni su una chiatta al centro del Rio delle Amazzoni; ci vedo, a destra e a sinistra, i miei due angeli custodi, quelle sante ragazze che non risparmiano il loro tempo e i loro nervi per me, nonostante io sia in grado di mettere sotto pressione entrambe le cose; ci vedo quei fratelli di madre diversa che vivono con me, accanto a me, qualsiasi cosa io faccia, in qualsiasi posto io vada.
Poi guardo al centro, dritto verso la mia immagine. Ne vedo i margini, i contorni scoloriti, quelle linee un po' storte al posto delle gambe e una massa informe in alto, sulla testa. Noto una macchia bianca, un po' sporca, proprio lì dove ci dovrebbero essere le mie scarpe. Vedo la figura sbiadita restringersi sempre di più( o almeno questo è quello che altre persone mi dicono di vedere in quella figura sbiadita). Mi sforzo di vedere, ma non c'è nient'altro, non c'è nient'altro distinguibile in quella figura sbiadita. E' come se fossi un vampiro, o un fantasma, che non riescono a vedere la propria immagine riflessa. Oppure la mia figura sbiadita è ancora in definizione, e con i due angeli che cercano di tenderla prova a diventare una fotografia. O ancora potrebbe trattarsi di un foglio bianco, in attesa che qualcuno decida di disegnarci sopra un soggetto pronto all'uso.
Sinceramente non saprei. Spero solo che il mio specchio non si rompa, perchè 7 anni di guai non mi servono proprio.

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