venerdì 15 giugno 2012

I miei patrioti prima o poi dovranno armarsi

E' inutile. Io cerco di evitarli, di non farmi avvelenare dalle loro musiche e dalle loro parole, ma riescono sempre a tornare sulle mie pagine e nel mio cervello, a donarmi nuove ossessioni, quelle che tanto amo, quelle che mi portano ad ascoltare una canzone ininterrottamente per ore e ore. Qui, un omaggio al Maestro catanese, che racconta una poesia fantastica, attuale allora come adesso, che è la poesia che vi racconto anche io, nell'impossibilità di raccontarvi anche l'ennesimo colpo riuscito da parte del mio amatissimo deejay/produttore/tastierista/mixer/cazzeggiatorepuro/unicouomosullafacciadellaterraasuonarequellostrumentochenonsocomechiamare.



La fantasia dei popoli,
che è giunta fino a noi,
non viene dalle selle.
Alla riscossa stupidi
che i fiumi sono in piena,
potete stare a galla.
E non è colpa mia
se esistono carnefici,
se esiste l'imbecillità,
se le panchine sono piene di gente che sta male.

L'ayatollah Khomeini per molti è santità;
abbocchi sempre all'amo.
Le barricate in piazza
le fai per conto della borghesia,
che crea falsi miti di progresso.
Chi vi credete che noi siam,
con i capelli che portiam,
noi siamo delle lucciole
che stanno nelle tenebre

L'impero della musica
è giunto fino a noi
carico di menzogne.
Mandiamoli in pensione
i direttori artistici, gli addetti alla cultura.
E non è colpa mia
se esistono spettacoli
con fumi e raggi laser
se le pedane sono piene
di scemi che si muovono


Up patriots to arms
Engagez vous
La musica contemporanea mi butta giù.
Up patriots to arms
Up patriots to arms

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