lunedì 24 ottobre 2011

Il mio orgoglio

Sono ripetitivo. Non ci posso far niente. Apro questo blog decine di volte al giorno giusto per farmi venire l'ispirazione, e l'ispirazione non arriva mai. Più che altro, cerco un modo per mettere insieme i pensieri, per collegarli, per far sì che abbiano un filo logico e che non sembrino il delirante discorso di un pazzo. E visto che questo filo logico non arriva, abbandono le inibizioni, anche a costo di sembrare un pazzo.
Da un po' di tempo penso spesso all'orgoglio, a come ci influenzi, a come riesca a rovinare la nostra vita di continuo- specialmente la mia, ma questo è un altro discorso. Certe volte l'orgoglio ci aiuta, ci aiuta a non piegarci e a combattere, a non mollare mai. Certe altre volte, molto spesso a dire il vero, è un ostacolo che dovremmo ascoltare meno. Marcellus Wallace diceva che l'orgoglio non è mai buono, e che bisogna metterglielo in culo, e se non sapete come è finita per lui vedetevi quel capolavoro della settima arte, e capirete cosa intendeva.
Penso a tutti i modi in cui la gente cerca di rinforzare il proprio orgoglio, magari ripetendo fino allo sfinimento le proprie convinzioni, magari invece creando barriere, oppure inconsciamente, con le proprie azioni, con i gesti fini a se stessi. Per me l'orgoglio siamo NOI che ci cerchiamo sparsi per lo Stivale, NOI che chiamiamo festa una riunione informalissima di 5 persone(sempre le stesse cinque persone...) nella casa che possiamo definire NOSTRA. L'orgoglio siamo NOI che ci siamo e non ci tesseriamo, a costo di vedere le partite della seconda squadra, a costo di smettere di viaggiare per seguire LEI, lei che in fondo è il nostro vero orgoglio.
Non concluderò, perchè una conclusione non c'è. Sono solo i deliranti pensieri di un pazzo messi in fila, l'uno dopo l'altro, giusto per riempire spazi e per nascondere quello che veramente andrebbe scritto...

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