LA STORIA DI MEZZO CULO
C'era una volta una famiglia composta dal padre, dalla madre e dai figli.
Un giorno che faceva molto freddo, i figli dissero alla madre: "Mamma, fa molto freddo, sai come sono indicati i panzerotti in questa situazione?? Li facciamo?" "E' vero", disse la madre, " con il freddo pungente ci vorrebbero proprio due panzerotti. Ma come possiamo fare, visto che non abbiamo la padella per friggere?" "Ma', non potresti fartela prestare da qualcuno?" "Certo, è vero", disse la mamma alla figlia grande, " Sai cosa potresti fare: vai da Mezzo Culo e fattela dare. Bada solo a non chiamarla per soprannome, chiamala Angelina".
E la figlia così fece: passo dopo passo arrivò a casa di Mezzo Culo. "Chi è??" "Sono io, Angelina, potresti aprirmi?" "Cosa vuoi??" "Mi manda mamma. Ha detto se potevi prestarci la padella, che tra mezz'ora già te la riporto" "E a che vi serve?" "Dobbiamo fare i panzerotti" "Certo, con il freddo di oggi sono proprio azzeccati," rispose Mezzo Culo, "Io te la do anche la frisola, però dì a tua madre che dovete portarmi qualche panzerotto, sennò non te la presto. Siamo d'accordo?" "Certo Angelina," rispose la ragazza, "lo dirò senz'altro a mamma. Puoi giurarci. Noi non siamo persone ingrate" "Va bene, allora vai" disse Mezzo Culo, e le prestò la padella.
La ragazza, presa dal priscio, tornò a casa. Appena arrivò, sua madre, dopo aver visto la padella, la mandò a comprare la massa dalla signora che vende il pane e iniziò a preparare tutti gli ingredienti. Finito di friggere, un panzerotto ad uno e un panzerotto all'altro, una popizza a uno e una popizza all'altro, andò a finire che il vassoio rimase vuoto. La mamma disse: "E ora come ci comportiamo con Mezzo Culo?" "Io," disse la figlia, "non ho proprio la faccia di riportarle la padella senza il piatto di panzerotti che le avevo promesso" "So io come fare, visto che la massa è finita" rispose la mamma.
Presero il mangime per le galline e lo trombarono, in modo da fare la massa. Dopo aver riempito d'olio la padella, ci misero un po' di ricotta, un po' di carne e un cucchiaio di zucchero, ma queste cose erano poche per fare dei panzerotti. Allora le figlie si diedero da fare ad uccidere scarafaggi e topi, li impastarono insieme e frissero i panzerotti. La mamma preparò un bel piatto coprendolo con un tovagliolo e lo diede alla figlia con la frisola. Disse: "Ecco, vai da Mezzo Culo e dalle tutte cose. Bada a chiamarla Angelina e non Mezzo Culo. E dille che questo è il piatto di panzerotti che le abbiamo tenuto da parte, questa è la frisola e buon appetito da parte mia".
La ragazza fece proprio così. Appena Mezzo Culo ebbe il piatto disse: "Grazie mille cara, porta tanti saluti a tua madre". Non appena la ragazza se ne andò, prese un panzerotto dal piatto e tirò un morso, che capitò proprio nel punto in cui c'era la ricotta. "Mo, ci iè bell!!!" fu il suo commento, e continuò a mangiare con gusto. Non appena tirò un morso dove c'erano gli scarafaggi, lo sputò a terra e iniziò a gastemare i morti. "Ma che cosa ci hanno messo qua dentro? Devono avere una goccia".
Guardò dentro e vide i topi, gli scarafaggi e altri animali schifosi. Si alzò tutta agitata dalla sedia, era diventata più rossa di un diavolicchio. Prese il resto del panzerotto e lo buttò a terra, proprio come se dovesse arricciare un polpo. Il suo gatto cercò subito di mangiarlo, ma appena lo annusò anche lei andò via, visto che il panzerotto era proprio schifoso. "Ah si," disse Mezzo Culo, "anche la mia gatta si è accorta che fanno schifo. Forse pensavate di prendermi per fessa, ma ora mi vendicherò. Li ucciderò tutti, quanto è vero che mi chiamo Mezzo Culo".
Una vicina sentì Mezzo Culo urlare e avvisò subito la mamma e le sue figlie. La mamma, tutta spaventata, andò a prendere il sapone e iniziò a stenderlo sui gradini della scala che dava alla casa, in modo che Mezzo Culo appena fosse arrivata sarebbe scivolata immediatamente. Unsero i gradini con il sapone, poi misero il comodino e il letto dietro la porta e si andarono tutti a nascondere, uno dentro il vaso della pianta, una nel bagno, uno dentro la credenza e l'altra nel letto accanto alla mamma, aspettando che Mezzo Culo si sfogasse.
Mezzo Culo, invece, si vestì come la Morte, con un foulard in testa e un pastrano che le arrivava fino alle caviglie. Prese un bastone di ferro, una campanella e uscì. Non appena arrivò al portone, diede una mazzata di mezzo culo e riuscì ad aprirlo. "Sto arrivando," disse guardando la porta di casa, "e faremo i conti".
La mamma e i figli, ancora nascosti, la sentirono e si fecero piccoli piccoli per lo spavento. Mezzo Culo suonò la sua campanella e disse: "Ora salgo il primo gradino". Appena poggiò il piede scivolò per colpa del sapone e si ruppe una gamba. "Maledetti" gridò per la rabbia e per il dolore Mezzo Culo.
Dlin, dlin , dlin, Mezzo Culo suonò per la seconda volta la campanella. "Adesso salgo il secondo gradino" e fece per salire. Scivolò di nuovo, e si ruppe anche l'altra gamba. Dalla sua bocca uscivano saiette che arrivavano fino al cielo. Dentro casa la mamma e i figli se la facevano addosso per la paura, ma Mezzo Culo non aveva intenzione di fermarsi.
Dlin, dlin, dlin, suonò ancora il suo campanello. "Adesso salgo il terzo gradino". Cadde, si ruppe un braccio e lanciò certe gasteme che si sentirono fino nella casa del diavolo.
Dlin, dlin dlin, "Sto per salire il quarto gradino" e non appena provò ad arrampicarsi cadde ancora e si ruppe anche l'altro braccio. Dopo tutto questo, arrivò davanti alla porta piena di veleno e di rabbia in bocca. Diede una mazzata di mezzo culo alla porta e riuscì ad aprirla. Il comodino e il letto volarono contro la parete di fronte alla porta. Mezzo Culo, tutta arrabbiata, disfece il letto trovandoci la mamma e la figlia grande, e in un secondo le uccise. Dopo iniziò a cercare per tutta la casa. Trovò un figlio nella credenza e lo uccise, ne trovò un'altra nel bagno e la uccise, insomma li uccise tutti, tranne quello che era nascosto nel vaso della pianta.
Non appena il padre tornò a casa, il figlio gli raccontò immediatamente tutto. Il padre allora si armò e andò con il figlio a casa di Mezzo Culo. Lei, non appena lo vide, gli chiese "Che vuoi da me?" "Tu," rispose il padre, "hai ucciso la mia famiglia. Adesso io ucciderò te" "Non è vero, non sono stata io" "Certo che è vero", rispose il figlio, "io ti ho visto, sei stata tu".
Senza che Mezzo Culo riuscisse a cercare aiuto, il padre, con la schiuma alla bocca, la uccise e tornò a casa con il figlio. Non appena entrò, prese la bottiglietta con la Santa Manna dal comodino, si fece il segno della croce e bagnando con le gocce della Manna di San Nicola la moglie e i figli morti e disse: "Santa Manna di San Nicola, fai resuscitare la mamma e tutti i miei figli".
Improvvisamente resuscitarono, la famiglia si riunì e vissero tutti felici e contenti.
STORIA ME' NON IE' CCHIU', MAL'A LLOR E BEN A NU
(la storia è finita, male a chi ci vuole male e bene per noi)
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