In questo paese c'erano cinque fanciulle. Si erano incontrate quasi casualmente in un passato che forse nemmeno loro ricordavano, e arrivarono a conoscersi molto a fondo. Si conoscevano così a fondo da essere quasi automatizzate nei ritmi e negli orari, così a fondo da riuscire a non staccarsi mai, a non lasciarsi sommergere dalla propria vita. E non c'era niente da fare, nemmeno gli uragani, o le discussioni molto accese che dir si voglia, le dividevano. E non ci riuscivano nemmeno i cavalieri, nonostante una di loro fosse caduta dal cavallo del suo cavaliere e si fosse rotta una gamba, nonostante molti dei cavalieri che conoscevano fossero dei veri idioti che affollavano la loro vita. Ognuna di loro era particolare per qualcosa, per esempio una era molto saccente, un'altra era permalosa e così via. Una di loro era sempre serena, sempre, e aveva uno splendido sorriso sempre spalmato sul viso. Ovviamente nei momenti davvero di letame che le regalava la vita lo perdeva, ma era sempre una cosa temporanea, il sorriso ogni volta tornava, sempre più splendente. Una volta, però, quel sorriso non tornò...lei era andata a dormire, come ogni notte, e si svegliò la mattina, si guardò allo specchio e il sorriso non c'era più. E lei si dannava davvero molto per ritrovarlo, perchè proprio non riusciva a capire il motivo che glielo aveva fatto sparire, e lo cercò dappertutto, ovunque, e non lo trovò, nemmeno nella sua borsetta preferita dove di regola avrebbe dovuto trovarlo, visto che le donne la usano per tenerci le loro fonti di potere. Ma niente, non lo trovò nella borsa nè lo trovò altrove, e proprio non si dava pace. Certe volte il sorriso tornava, spesso quando le altre quattro fanciulle erano con lei, ma era troppo veloce, e scappava via subito. Questa cosa si ripetè spesso, e ogni volta il sorriso scappava. La fanciulla capì che doveva aspettare solo che si fermasse, e iniziò fermamente a credere che si sarebbe fermato. Certe volte, quando vuoi qualcosa e non ci riesci, e ci provi con tutte le tue forze e continua a non andare, e ti intestardisci proprio tanto, roba che ti venderesti tua nonna e faresti un patto con il diavolo, e le cose continuano a non andare come vorresti, forse devi solo credere che tutto andrà bene, e sperare per il meglio. La speranza è una cosa strana, certe volti ti affidi a lei e ti delude lasciandoti quello strano amaro in bocca, tipo una retrocessione o un presidente che continua a deluderti ancora da 30 anni, ma certe altre volte è meglio di niente, e certe altre volte non potrebbe andare peggio. Quella fanciulla iniziò a sperare, e il sorriso certe volte si fermò un po' più a lungo. Le sue fidate amiche restarono con lei, e piano piano tanto grande era la loro condivisione di neuroni(non che fossero molti i neuroni, solo che li sapevano usare bene) che venne un sorriso meraviglioso a tutte e 5, per quanto riuscivano a condizionarsi a vicenda. E quella fanciulla capì che per quanto quel sorriso poteva sparire, sarebbe sempre tornato a farle compagnia.
Ovviamente, come in ogni favola, vissero tutti felici e contenti...
P.S. intromissione dell'ultras...Come sempre a inizio stagione, NON CI ATTREZZI MAI LO SQUADRONE, e te ne esci a metà campionato, con la scusa del calciomercato, non hai soldi non sai programmare, LA POLTRONA NON LA VUOI LASCIARE, la politica so' cazzi tuoi, TANTO LEI LA SOSTENIAMO NOI...una poesia colorata di granata, come al solito, ma mi piace pensare che si possa rivestire anche di biancorosso...
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