martedì 29 maggio 2012

Le avventure acquatiche di ZioDePile (Puntata 4- Una settimana particolare)

Doveva tornare miracolato, in preda ad un delirio mistico nel quale trovare Dio o ad una rivelazione che avrebbe dovuto cambiare la sua vita. Invece, tornò esattamente com'era partito, cosa facilmente prevedibile, conoscendolo.
ZioDePile sarebbe partito alla volta di Gerusalemme, per abbattere il Muro del Pianto e liberare finalmente la città dal padrone giudeo. Beavis e Butthead erano convinti che non sarebbero più stati in grado di vedere e/o sentire il loro amico. Ovviamente, si sbagliavano.
Il giorno dopo aver lasciato la terra natia, ZioDePile fu costretto, attraverso i potenti mezzi della tecnologia, a cercare l'aiuto dei suoi comandanti in seconda, lasciati a casa per vigilare sulla situazione e per continuare a spaglionare. Pare infatti che, forse in preda alla febbre asiatica, forse a causa del jet-lag, forse perchè sta male di suo, abbia spento la sua fonte di stalking(ricevuto, di solito) dimenticando la magica combinazione di cifre in grado di riacccenderla. Ma non sia mai detto che ZioDePile fosse così sprovveduto: dopo aver premuto tasti a caso, sperando in quel Dio che stava cercando, gli venne in mente che poteva risalire alla suddetta combinazione di cifre ricordando esattamente il movimento delle sue dita. E quindi invece di godersi una potenziale vacanza completamente priva di rotture di cosiddetti, si impegnò con tutte le sue forze per ricordarla. E quando, dopo innumerevoli ricostruzioni, era ormai certo di aver svelato il mistero, si decise ad inserire la combinazione, usando il suo ultimo tentativo possibile. Naturalmente si rivelò vano, perchè come al solito stava male e quindi probabilmente non era nemmeno lontanamente vicino al Pin giusto, e si ritenne necessario l'intervento della cavalleria, sotto forma della sua genitrice contattata dai due sciagurati contattati da ZioDePile che riferirono a ZioDePile quello che la sua genitrice aveva riferito loro.
Più avanti nella vacanza, dopo aver risolto questo piccolo imprevisto di benvenuto, ZioDePile sembrò essersi ambientato abbastanza bene nel nuovo territorio, ambientato così bene da credere che, in ottica "continuazione della specie", subito dopo la fase-ambientamento sarebbe scattata la fase-riproduzione. Si avvicinò al primo essere di sesso opposto al suo, tentando l'approccio con un discretissimo "La Ziaaaaaaaaaaaaaaaaaaa". Non aveva considerato le usanze locali, infatti la fuga della donna, spaventata da quel mostro, fu interpretata dalle autorità locali come una mancanza di rispetto nei confronti di un uomo che in fondo voleva solo approcciarla, e ZioDePile si ritrovò ad essere complice suo malgrado nell'uccisione di una donna innocente, colpita da 4530 pietre e 2896 frustate.
Incidente diplomatico a parte, ZioDePile trascorse quel periodo veramente bene, a tal punto da ritenere quel posto effettivamente migliore della sua propria nazione. Dovette ricredersi all'arrivo in patria, dove, con i suoi commilitoni, fu accolto dall'assenza dei bagagli, lasciati a loro insaputa in Terra Santa come dono per la loro splendida esperienza. Ora però ZioDePile ha deciso di tornare. Non solo, ma con migliaia di uomini. Armati fino ai denti. Deve riprendersi la sua valigia.

giovedì 24 maggio 2012

Le avventure acquatiche di ZioDePile (Puntata 3 - Il ciclismo)

Era un giorno piovoso di un pomeriggio di inizio autunno. I Due, Beavis and Butthead, si erano da poco insiediati nel loro nuovo habitat, avevano preso possesso del loro ufficio, situato tra il Divano della Spaldatura e   la Sacra Fonte delle Spaglione, e avevano attaccato la musica, senza aspettare l'arrivo del Terzo, atteso da un momento all'altro per completare la reunion, in modo che la paglia avrebbe potuto diventare finalmente completa. I Due come al solito non davano peso a questo ritardo, conoscendo la capacità di ZioDePile di poter pervenire in qualsiasi luogo del mondo, ma con i suoi dilatatissimi tempi di reazione.
Al "Driiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnn" che annunciò l'epifania del sosia di Edinson Cavani tutti i loro dubbi si dissiparono. "Meh u frà, vedi se ti alzi e vai ad aprire, che io non ce la posso fare" disse quello con il numero sul braccio(inutile specificare la situazione in cui i due si trovavano, la loro preferita, in combo con il divano e la paglia). L'altro, quello alto, gastemando molto dolcemente i morti e gli stramorti del suo coinquilino e impiegandoci un infinità di tempo per alzarsi, ignorando tutte le sue ossa che si frantumavano, si alzò, e aprì al "TOOOOOOPPPPPPP" matematico che proveniva da ZioDePile, bagnato fradicio come se provenisse direttamente dal Naviglio Pavese, e con un pedale di bicicletta in mano. Quello alto, con la sua solita finezza che da sempre lo contraddistingue, rimarcò la stranezza guardandolo stralunato "ZioDePile!!! Che cazzo ci fai con un cazzo di pedale di merda in mano?? Come sarebbe, guarda nel cane??"
In effetti non aveva tutti i torti. Che cazzo ci faceva ZioDePile con un cazzo di pedale di merda in mano? "Gli zii, non potete capire che cosa è successo" disse lui introducendo la sua avventura. Iniziava svariate ore prima, quando era uscito dalla sua residenza per raggiungere The SpaglionHouse.
L'autunno sembrava un ricordo lontano, il sole splendeva regalando alla Town una magnifica giornata. ZioDePile pensò che fosse la giornata giusta per testare le sue capacità ciclistiche con la sua nuova bicicletta. Dovete sapere infatti che era intenzionato a diventare il nuovo Marco Pantani, buonanima, e quindi doveva allenarsi duramente, tra i sampietrini e le corsie dei tram. Salì in sella e pedalò esattamente per 5 secondi nel momento esatto in cui iniziò a piovere. Di solito le piogge iniziano lentamente per poi crescere di volume, quella volta si presentò già sotto forma di diluvio universale unito a temporale monsonico nel pieno del suo vigore. ZioDePile sottovalutò le condizioni meteorologiche, convinto che poche gocce non lo avrebbero rallentato poi di molto, e che tanto le poteva sopportare, visto che la tappa era breve. In pochi secondi si trovò proiettato sulle strade lastricate di pavè della Parigi-Roubaix, ricoperto dal fango, in fuga verso la vittoria di una delle corse più prestigiose esistenti. Alla Courbe-de-Castel-Sforzesch era già ormai bagnato fradicio fin dentro le mutande. Sul rettilineo di Rue Garibald fu costretto a fermarsi per togliersi un sarago dalla scarpa destra, e dovette constatare la nascita di una colonia di vongole in quella sinistra. Arrivato al punto di controllo di Place-de-la-Leg-Lumbard un ragazzino gli passò una borraccia, e una simpatica sciura locale lo costrinse ad indossare la maglietta di lana, e un' altra maglietta di lana sopra la prima, perchè non si sa mai. ZioDePile si rese conto che non si vedeva nemmeno l'ombra dei suoi immaginari avversari, e che quindi la vittoria gli era assicurata, bastava solo andarsela a prendere. Non appena ripartito, una rotaia gli tirò un brutto scherzo, e gli fece prendere una piccola scivolata che, in qualche maniera rocambolesca, fece innescare il meccanismo di espulsione di emergenza del pedale. ZioDePile non poteva mollare, non in quel momento. Iniziò con lo spingere la bicicletta da seduto, facendo leva su una sola gamba stile monopattino, ma giunto ai piedi della Colline-de-Rue-Faren capì di dover cercare una soluzione alternativa, e si caricò in braccio la bici, riuscendo a scalare gli insormontabili 25 metri di salita in sole 3 ore e 26 minuti, record mondiale. Quindi, giunto in cima, sedette in sella, e aspettò la folata di vento giusta per dargli la spinta. Fu sollevato da uno tsunami in piena regola, che lo spinse a 512 chilometri orari giù per la discesa. Ovviamente i suoi freni erano fuori uso, come accade sempre in ogni discesa che si rispetti. L'inerzia lo proiettò lanciato alla velocità del suono sul rettilineo che conduceva al traguardo, e allora ZioDePile decise di assecondare il tutto, assumendo la posizione aerodinamica e iniziando a schivare le buche, gli animali selvatici, i pianoforti e tutti gli altri generi di insidie posizionate per rendergli più difficile l'arrivo. Ma nulla ci riuscì. A 5 metri dall'arrivo alzò le braccia al cielo e ascoltò attento l'ovazione della folla in delirio. Dopo di ché legò la bicicletta al palo della luce con una catena, e salì.
"E insomma gli zii, questo è quello che è successo. Magari lunedì vengo a riprendere la bici, qui vicino c'è un negozio, magari può ripararmi il pedale". Sono passati otto mesi. Quella bicicletta sta ormai iniziando a decomporsi, e il pedale è fieramente esposto su una mensola, come una Champions League.

martedì 8 maggio 2012

Le avventure acquatiche di ZioDePile (Puntata 2-Il Post Sbornia)

Non era stato uno dei risvegli migliori per ZioDePile. Era crollato qualche ora prima, immobile sul divano stile mummia, in preda ad uno di quegli svarioni alcolici che ti fanno vedere colori psichedelici appena chiudi gli occhi. E dopo poche ore i due degni compari, quelli che gli avevano prestato il divano, erano già in piedi, vogliosi più che mai del loro sabato dedicato alle spaglione, svegliandolo decisamente prima che riuscisse a riprendersi.
La sera prima c'era stata una di quelle ubriacature di gruppo che così spesso accadono nei collegi, e alle quali ZioDePile non riusciva proprio a resistere. Si era presentato nella fossa dei leoni vestito esattamente come Nucky Thompson, e già raggiungeva un notevole livello di sangue nell'alcool prima ancora che i suoi due peggiori nemici, quelli che ogni volta provavano a farlo star male, iniziarono a mettergli tra le mani bicchieri di vino rosso di pessima qualità. Ad un certo punto iniziò a muoversi per inerzia, e del resto di quei momenti della serata nel suo cervello non c'era già più il ricordo.
Ad ogni modo, gli sarebbe davvero piaciuto un riposo comodo e duraturo, il che fu esattamente il contrario di quello che ricevette, nella casa che spesso gli da asilo. E mentre provava a riprendersi gli altri due continuavano ad urlare ad ogni alley-oop alzata da Rose per James e ad ogni canestro di Flash Wade, rendendo decisamente difficile riprendersi. ZioDePile rifiutò addirittura di unirsi alla corsa verso l'anello di campione Nba che i due ormai avevano preso, e si allontanò lentamente verso il bagno. Niente di nuovo, pensarono i due continuando a spaglionare. Ma quando dal bagno sentirono arrivare il richiamo di un velociraptor in calore, capirono che forse qualcosa non andava. Senza sollevare lo sguardo dal campo di gioco e le mani dal joystick, provarono a capire la situazione, ma di ZioDePile nessuna traccia. "Forse è stato mangiato dal velociraptor che abbiamo sentito" disse uno. "Sicuramente è andata così" rispose l'altro, e liquidarono la questione dopo averla affrontata con l'uso di tutte le loro risorse, come sempre facevano.
Dopo un paio d'ore e diverse altre paglie, sentirono la porta del bagno aprirsi. Sentendosi ormai spacciati a causa del velociraptor che stava per braccarli, decisero che non era una questione abbastanza vitale da farli alzare da quel magico divano, e scelsero di morire spaglionando fino alla morte. Dopo una decina di minuti, dal bagno venne fuori uno zombie, vestito di tutto punto, completamente bianco in volto, con la faccia scavata, occhiaie grandi quanto borsoni da palestra, un aspetto veramente terribile. Ma a guardarlo bene, in un momento di pausa dal gioco, i due si resero conto che quello zombie aveva qualcosa di familiare. "Scusa u frà, ma questo non ti ricorda qualcuno?" "Mi sa di si u frà, ma non riesco a ricordare chi" "Deve essere quello che recitava in How I Met Your Mother, stava in un paio di puntate." "Serietà!!! Vediamo se vuole un caffè". Alla parola 'caffè' lo zombie si vide costretto a correre di nuovo verso la tazza del cesso,e a riproporre il verso del velociraptor. Sembrava un vulcano in piena eruzione: fiumi di lava si riversavano verso il fondo del water, e lapilli di ogni genere sgorgavano ovunque. Dopo altri venti minuti abbondanti, lo zombie tornò a fare capolino dal bagno. "Tutto bene signor zombie?" chiese gentilmente uno. "Uagnù, TOOOOOOOOOOOOOOOPPPPPPPPPPP". I due capirono immediatamente a chi apparteneva quel grido di battaglia. ZioDePile era ancora vivo, ma il suo rapporto con l'alcool ebbe una brutta botta quel giorno.


To be continued...

sabato 5 maggio 2012

Le avventure acquatiche di ZioDePile( Puntata 1- Pilota)

Quella estate, avevano deciso di divertirsi. Un gruppo di ragazzi, tutti uomini, pronti a accantonare le fatiche di un anno intero al di là del mare, nel luogo in cui, nelle loro menti, tutto sarebbe stato diverso. In quel luogo sapevano come dovevano comportarsi, e fecero tesoro dei consigli che sagge persone, che già avevano bazzicato quei posti ameni, avevano lasciato loro. Attraversarono il mare, e rischiarono più volte di morire a causa di un autista autoctono, certamente non famoso - né lui né la sua gente- per la prudenza alla guida.
E lì iniziò quella settimana, quella settimana che molti sognano per tutto l'anno e che a volte rispetta le attese, a volte no, a volte invece svanisce come non fosse mai esistita, a volte è come non fosse mai esistita proprio perchè non esiste, e tocca incominciare a pensare a quella dell'anno successivo. Si rilassarono al sole, e iniziarono a prendere confidenza con le usanze e la popolazione locale, cercando di trovare un modo per congiungersi con entrambe le cose, e trovando la risposta a quell'interrogativo nella vodka.
Un giorno, uno di loro si ricordò che per iniziare a rockeggiare serviva ancora la presenza di uno di loro, l'ultimo, anche se non per importanza."Scusate ma che fine ha fatto?" "Aveva detto che ci avrebbe raggiunto tra qualche giorno" "Davvero? Da solo?" "Già, aveva detto che aveva una cosa da fare, e non poteva espatriare con noi" "Veramente? Cosa?" "Non ne sono sicuro, credo riguardasse quella particolare parte del corpo femminile in grado di controllare il nostro cervello, quella parte che portò Adamo alla perdita di Dio e dell'Eden" "Aaaaaaaaah ok allora, è giustificato, però cerchiamo almeno di sapere se e quando ce la farà". Grazie ai potenti mezzi della tecnologia, si cercò di rintracciarlo in modo molto discreto, senza assolutamente rasentare lo stalking o le minacce stile TheRing. Il Nostro, che subiva quasi quotidianamente questo stress più o meno da tutte le persone che conosceva, si era abituato, e il suo apparato uditivo non reagiva più alle suonerie dei cellulari. I SuperAmici decisero che probabilmente non ce l'aveva fatta, e misero in coda la questione, continuando a dedicarsi alle gioie dell'estate.
Una mattina uno di loro, in preda ad una matematica post-sbornia vacanziera, fu svegliato da qualcuno che bussava alla porta della sua camera. Convinto che fosse qualche altro SuperAmico già pronto per il mare, o alla peggio una cameriera troppo zelante, si girò dall'altra parte e cercò ancora il conforto del sonno, ma visto che quel qualcuno doveva essere troppo insistente, non ci riuscì. Decise di far finta che in quella stanza non ci fosse nessuno, ma la sua diabolica strategia non funzionò, e nel frattempo anche i suoi compagni di stanza erano stati svegliati da quel maledetto rumore. Dopo una democratica discussione si decise che uno di loro doveva alzarsi per andare ad aprire. Il prescelto, maledicendo gli altri, faticosamente si mise seduto sul letto, e ci mise altrettanto tempo per alzarsi in piedi. Si stiracchiò sbadigliando, e trascinando a terra le sue infradito si mosse lentamente verso la porta. Prendendo la maniglia si aggiustò con una mano i capelli, giusto per sembrare il più presentabile possibile.
"TOOOOOOOOOOOOOOOPPPPPPPPPPPPPPPPP".
Era arrivato ZioDePile. Il mondo non sarebbe stato più lo stesso.

martedì 1 maggio 2012

Il mio punto di non-ritorno

Devo farlo. A parte un piccolo sfogo recente ispirato da un fratello di mentalità blucerchiato, è veramente da troppo che non parlo di Lei. Tutto ciò per le varie vicissitudini che L'hanno accompagnata, e hanno accompagnato noi, da settembre, a partire dall'impossibilità di viaggiare in lungo e in largo per questo stivale per colpa del telepass, unico residuo di un governo che è stato costretto alla fuga dopo aver depredato la nazione, neanche fosse uno di quei governi del Centrafrica che scappa con il malloppo prima che qualcun altro interessato a quel malloppo li faccia fuori. E poi la sorpresa(ma quale sorpresa, sembrava un segreto di Pulcinella) di sapere che i giocatori che tu hai sostenuto con tutta la tua voce hanno disonorato la camiseta che portano e che, in fondo, è la sola cosa che amiamo, e che mai dovrebbe essere infangata, specialmente vendendosi le partite, e sopratutto QUELLA partita, una delle poche che per noi valga davvero la pena. E ancora lo scandalo di sapere che a tirare i fili di quei burattini c'erano anche quei loschi figuri che tirano i fili di molti altri burattini, quelli che in qualche maniera, per una qualsiasi ragione, erano lì su quei gradoni con la pioggia o sotto il sole, e che ora invece la sentono alla radio.
E quindi, come ho sempre fatto una volta all'anno, ho voglia di tirare un po' le somme, spinto da un fantastico sabato passato in una città e in una gradinata gemella, con litri di birra, bandiere e braccia al cielo, come ogni sabato andrebbe trascorso. E le somme che riesco a tirare sono scarse: al di là dei risultati(modesti, veramente modesti) che la squadra ci regala settimana dopo settimana, e che sono pesantemente influenzati dalle penalizzazioni, e che potrebbero essere influenzati da ulteriori penalizzazioni(o retrocessioni dirette), e che ovviamente non hanno mai avuto un peso rilevante nelle nostre decisioni( che si vinca o si perda...), resta il problema di Noi, che dovremmo continuare a lottare contro il vero nemico, e che invece, curva per curva, continuiamo a discutere, in modo tipicamente maschile, su chi ce l'ha più lungo, forse per orgoglio, o forse per dimostrare, sopratutto fuori dai propri confini cittadini, di essere ancora vivi, quando nessuno si accorge che siamo tutti morti, siamo dei cadaveri che camminano e non lo sappiamo, solamente perchè qualcuno sta provando a toglierci quella che è sempre stata la nostra ragione di vita. E quindi, tralasciando gli ultimi rantoli di un campionato che si trascina lentamente verso l'estate, resterà questo dilemma: dovremo decidere se cambiare rotta, se lottare veramente per quello che conta sul serio, o se continuare a farci i dispetti come bambini alla materna. Abbiamo raggiunto il punto di non-ritorno, e qualcosa dovrà cambiare. Ai posteri l'ardua sentenza.