Quella estate, avevano deciso di divertirsi. Un gruppo di ragazzi, tutti uomini, pronti a accantonare le fatiche di un anno intero al di là del mare, nel luogo in cui, nelle loro menti, tutto sarebbe stato diverso. In quel luogo sapevano come dovevano comportarsi, e fecero tesoro dei consigli che sagge persone, che già avevano bazzicato quei posti ameni, avevano lasciato loro. Attraversarono il mare, e rischiarono più volte di morire a causa di un autista autoctono, certamente non famoso - né lui né la sua gente- per la prudenza alla guida.
E lì iniziò quella settimana, quella settimana che molti sognano per tutto l'anno e che a volte rispetta le attese, a volte no, a volte invece svanisce come non fosse mai esistita, a volte è come non fosse mai esistita proprio perchè non esiste, e tocca incominciare a pensare a quella dell'anno successivo. Si rilassarono al sole, e iniziarono a prendere confidenza con le usanze e la popolazione locale, cercando di trovare un modo per congiungersi con entrambe le cose, e trovando la risposta a quell'interrogativo nella vodka.
Un giorno, uno di loro si ricordò che per iniziare a rockeggiare serviva ancora la presenza di uno di loro, l'ultimo, anche se non per importanza."Scusate ma che fine ha fatto?" "Aveva detto che ci avrebbe raggiunto tra qualche giorno" "Davvero? Da solo?" "Già, aveva detto che aveva una cosa da fare, e non poteva espatriare con noi" "Veramente? Cosa?" "Non ne sono sicuro, credo riguardasse quella particolare parte del corpo femminile in grado di controllare il nostro cervello, quella parte che portò Adamo alla perdita di Dio e dell'Eden" "Aaaaaaaaah ok allora, è giustificato, però cerchiamo almeno di sapere se e quando ce la farà". Grazie ai potenti mezzi della tecnologia, si cercò di rintracciarlo in modo molto discreto, senza assolutamente rasentare lo stalking o le minacce stile TheRing. Il Nostro, che subiva quasi quotidianamente questo stress più o meno da tutte le persone che conosceva, si era abituato, e il suo apparato uditivo non reagiva più alle suonerie dei cellulari. I SuperAmici decisero che probabilmente non ce l'aveva fatta, e misero in coda la questione, continuando a dedicarsi alle gioie dell'estate.
Una mattina uno di loro, in preda ad una matematica post-sbornia vacanziera, fu svegliato da qualcuno che bussava alla porta della sua camera. Convinto che fosse qualche altro SuperAmico già pronto per il mare, o alla peggio una cameriera troppo zelante, si girò dall'altra parte e cercò ancora il conforto del sonno, ma visto che quel qualcuno doveva essere troppo insistente, non ci riuscì. Decise di far finta che in quella stanza non ci fosse nessuno, ma la sua diabolica strategia non funzionò, e nel frattempo anche i suoi compagni di stanza erano stati svegliati da quel maledetto rumore. Dopo una democratica discussione si decise che uno di loro doveva alzarsi per andare ad aprire. Il prescelto, maledicendo gli altri, faticosamente si mise seduto sul letto, e ci mise altrettanto tempo per alzarsi in piedi. Si stiracchiò sbadigliando, e trascinando a terra le sue infradito si mosse lentamente verso la porta. Prendendo la maniglia si aggiustò con una mano i capelli, giusto per sembrare il più presentabile possibile.
"TOOOOOOOOOOOOOOOPPPPPPPPPPPPPPPPP".
Era arrivato ZioDePile. Il mondo non sarebbe stato più lo stesso.
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