giovedì 24 maggio 2012

Le avventure acquatiche di ZioDePile (Puntata 3 - Il ciclismo)

Era un giorno piovoso di un pomeriggio di inizio autunno. I Due, Beavis and Butthead, si erano da poco insiediati nel loro nuovo habitat, avevano preso possesso del loro ufficio, situato tra il Divano della Spaldatura e   la Sacra Fonte delle Spaglione, e avevano attaccato la musica, senza aspettare l'arrivo del Terzo, atteso da un momento all'altro per completare la reunion, in modo che la paglia avrebbe potuto diventare finalmente completa. I Due come al solito non davano peso a questo ritardo, conoscendo la capacità di ZioDePile di poter pervenire in qualsiasi luogo del mondo, ma con i suoi dilatatissimi tempi di reazione.
Al "Driiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnn" che annunciò l'epifania del sosia di Edinson Cavani tutti i loro dubbi si dissiparono. "Meh u frà, vedi se ti alzi e vai ad aprire, che io non ce la posso fare" disse quello con il numero sul braccio(inutile specificare la situazione in cui i due si trovavano, la loro preferita, in combo con il divano e la paglia). L'altro, quello alto, gastemando molto dolcemente i morti e gli stramorti del suo coinquilino e impiegandoci un infinità di tempo per alzarsi, ignorando tutte le sue ossa che si frantumavano, si alzò, e aprì al "TOOOOOOPPPPPPP" matematico che proveniva da ZioDePile, bagnato fradicio come se provenisse direttamente dal Naviglio Pavese, e con un pedale di bicicletta in mano. Quello alto, con la sua solita finezza che da sempre lo contraddistingue, rimarcò la stranezza guardandolo stralunato "ZioDePile!!! Che cazzo ci fai con un cazzo di pedale di merda in mano?? Come sarebbe, guarda nel cane??"
In effetti non aveva tutti i torti. Che cazzo ci faceva ZioDePile con un cazzo di pedale di merda in mano? "Gli zii, non potete capire che cosa è successo" disse lui introducendo la sua avventura. Iniziava svariate ore prima, quando era uscito dalla sua residenza per raggiungere The SpaglionHouse.
L'autunno sembrava un ricordo lontano, il sole splendeva regalando alla Town una magnifica giornata. ZioDePile pensò che fosse la giornata giusta per testare le sue capacità ciclistiche con la sua nuova bicicletta. Dovete sapere infatti che era intenzionato a diventare il nuovo Marco Pantani, buonanima, e quindi doveva allenarsi duramente, tra i sampietrini e le corsie dei tram. Salì in sella e pedalò esattamente per 5 secondi nel momento esatto in cui iniziò a piovere. Di solito le piogge iniziano lentamente per poi crescere di volume, quella volta si presentò già sotto forma di diluvio universale unito a temporale monsonico nel pieno del suo vigore. ZioDePile sottovalutò le condizioni meteorologiche, convinto che poche gocce non lo avrebbero rallentato poi di molto, e che tanto le poteva sopportare, visto che la tappa era breve. In pochi secondi si trovò proiettato sulle strade lastricate di pavè della Parigi-Roubaix, ricoperto dal fango, in fuga verso la vittoria di una delle corse più prestigiose esistenti. Alla Courbe-de-Castel-Sforzesch era già ormai bagnato fradicio fin dentro le mutande. Sul rettilineo di Rue Garibald fu costretto a fermarsi per togliersi un sarago dalla scarpa destra, e dovette constatare la nascita di una colonia di vongole in quella sinistra. Arrivato al punto di controllo di Place-de-la-Leg-Lumbard un ragazzino gli passò una borraccia, e una simpatica sciura locale lo costrinse ad indossare la maglietta di lana, e un' altra maglietta di lana sopra la prima, perchè non si sa mai. ZioDePile si rese conto che non si vedeva nemmeno l'ombra dei suoi immaginari avversari, e che quindi la vittoria gli era assicurata, bastava solo andarsela a prendere. Non appena ripartito, una rotaia gli tirò un brutto scherzo, e gli fece prendere una piccola scivolata che, in qualche maniera rocambolesca, fece innescare il meccanismo di espulsione di emergenza del pedale. ZioDePile non poteva mollare, non in quel momento. Iniziò con lo spingere la bicicletta da seduto, facendo leva su una sola gamba stile monopattino, ma giunto ai piedi della Colline-de-Rue-Faren capì di dover cercare una soluzione alternativa, e si caricò in braccio la bici, riuscendo a scalare gli insormontabili 25 metri di salita in sole 3 ore e 26 minuti, record mondiale. Quindi, giunto in cima, sedette in sella, e aspettò la folata di vento giusta per dargli la spinta. Fu sollevato da uno tsunami in piena regola, che lo spinse a 512 chilometri orari giù per la discesa. Ovviamente i suoi freni erano fuori uso, come accade sempre in ogni discesa che si rispetti. L'inerzia lo proiettò lanciato alla velocità del suono sul rettilineo che conduceva al traguardo, e allora ZioDePile decise di assecondare il tutto, assumendo la posizione aerodinamica e iniziando a schivare le buche, gli animali selvatici, i pianoforti e tutti gli altri generi di insidie posizionate per rendergli più difficile l'arrivo. Ma nulla ci riuscì. A 5 metri dall'arrivo alzò le braccia al cielo e ascoltò attento l'ovazione della folla in delirio. Dopo di ché legò la bicicletta al palo della luce con una catena, e salì.
"E insomma gli zii, questo è quello che è successo. Magari lunedì vengo a riprendere la bici, qui vicino c'è un negozio, magari può ripararmi il pedale". Sono passati otto mesi. Quella bicicletta sta ormai iniziando a decomporsi, e il pedale è fieramente esposto su una mensola, come una Champions League.

4 commenti:

  1. Ahahahahhahahaha ZioDePile è morto dalle riasaie ahahahahah.
    ZioDePile sottoscrive tutto ma sopratutto, purtrpppo o per fotuna, è tutto verooooooooooo!!! Ahahahahahaahhh
    .:,

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  2. nel bene e nel male ZioDePileeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

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  3. Voci dicono che non ha stato "Lo ZioDePile originale" a coomentare.
    e invece no...Ha stato proprio lui(ziodepile) cu lu cumummentu !!!
    tooop ahahha :D

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  4. certe volte non si può mai dire ehehehehe

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