Si alza dal divano, due o tre passi per la stanza e si risiede. Accende un'altra sigaretta, fa tre tiri e la spegne. Quelle parole, quelle frasi, quel discorso li ha ancora bene in mente, come se l'avesse imparato a memoria, e invece l'aveva sentito una volta sola. Confusione. Panico. Disperazione.
Si alza ancora da quel divano, guarda la stanza e gli sembra così vuota. Tutta la sua casa gli sembra vuota. E la strada, e la città, e tutto quanto. Continua a girare intorno a quel maledetto divano. Non riesce a star fermo ma non sa cosa fare. Altra sigaretta, altri tre tiri e via. Smarrimento. Terrore. Disperazione
Toglie gli occhiali, li posa accuratamente sul mobile della tv, come se contassero qualcosa, ormai.
Quelle parole, quelle frasi, quel discorso...Come se nient'altro avesse un senso, ormai.
Ancora in piedi, ora pensa di sapere che fare. Un paio di righe scritte di fretta su un foglio tutto accartocciato e strappato, un sorso di vino, un'altra sigaretta, questa volta fumata fino al filtro. Uno sguardo alla tv, uno al computer, uno al giornale. Il tempo non passa così velocemente come credeva. Nausea. Senso di vuoto. Disperazione.
Ancora una sigaretta, giusto per perdere tempo. Iniziò a pensare che forse il momento era arrivato. Iniziò a pensare che se non l'avesse fatto in quel preciso momento non l'avrebbe fatto più, e si sarebbe odiato per sempre se non l'avesse fatto. Pensò che così, tutto avrebbe trovato finalmente un senso. Odio. Dolore. Paura.
Si sedette, rimase seduto un secondo e si rialzò. Aprì la vetrata, completamente. Uno sguardo ancora alla sua camera e al suo letto.
Quelle parole, quelle frasi, quel discorso gli risuonano nella mente. Quelle parole, quelle frasi, quel discorso saranno il mio elogio funebre, pensò.
Addio, disse semplicemente a qualcuno che non poteva sentirlo.
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